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IN FESTA NATIVITATIS
Novena popolare del Natale
La novena è una pratica devozionale popolare, oggi un po’ in disuso, che nell'arco dei secoli ha affiancato le "liturgie ufficiali" e che rientra nel grande elenco dei "pii esercizi" dei fedeli.
La novena di Natale, la più antica di tutte le novene, che ricorda i mesi di Gesù nel grembo di Maria, si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre, giorno della vigilia del Santo Natale.
Le novene di Natale sono particolarmente legate alle Antifone “O”, le sette antifone maggiori dell’Avvento proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Le antifone “O”, perché cominciano tutte con il vocativo "O", vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento. La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma.
L’origine della solennizzazione degli ultimi giorni di Avvento non è del tutto chiara. Alcuni studiosi ritengono di dover collegare questi giorni ai festeggiamenti in onore del dio Saturno (saturnali), che a Roma avevano inizio proprio il 17 dicembre. La Chiesa di Roma senza abolirne la tradizione popolare introdusse una maggiore solennità liturgica in preparazione al Natale, che nel frattempo aveva sostituito la festa del dio sole, celebrata il 25 dicembre. Un’altra opinione ritiene che tale data sia piuttosto da collegarsi con l’inizio di un primitivo Avvento di tre settimane, che nella Gallia e nella Spagna del secolo IV cominciava proprio il 17 dicembre, in preparazione alla più antica festa natalizia di origine orientale, che si celebrava il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.
Nel medioevo il monaco Reinerius di Liegi, vissuto tra il 1130 e il 1188, commentando le antifone “O”, tratteggiò lo svolgimento delle preghiere e dei canti, delle antifone e dei responsori più adatti in periodo di Avvento, per la preparazione spirituale dei fedeli alla nascita di Gesù, dando inizio ad una tradizione di celebrazione dell’Avvento dai caratteri puramente cristiani.
La Novena del Santo Natale, cosi come la conosciamo oggi, fu però eseguita per la prima volta nella chiesa dell'Immacolata a Torino nel Natale del 1720, redatta dai padri vincenziani Carlo Antonio Vacchetta e Sebastiano Valfré, che ne curarono le preghiere, i responsori e la musica.
Il concerto, rispettando i nove giorni di Novena, è suddiviso in tre grandi parti: l’annunciazione, la nascita e la gloria ed ognuna di queste parti contiene tre brani. Le tre parti sono anticipate dall’introito della messa del Natale e delle antifone “O”
La scelta del numero tre non è casuale. È il comune denominatore del nove che sono i giorni della novena e i mesi del concepimento. Il tre, nella filosofia orientale, è il numero della perfetta armonia tra mente, anima e corpo e simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto. Per Pitagora, il numero tre era sacro e i pitagorici in esso vedevano espressa la Trinità di Dio e la perfezione. Il tre è inoltre il punto di contatto fra l’asse verticale ed il piano orizzontale dell’universo e il primo numero della sfera del pensiero, che indica la porta per la mente consapevole e razionale.
Nel corso dei secoli, specialmente la novena di Natale, si è integrata di caratteri tradizionali popolari con l’esecuzione di brani musicali eseguiti da corali e zampognari di fronte a presepi pubblici.
Cantoria Mevaniae ha cercato di “ricostruire” una novena, eseguibile in un solo concerto, propria degli aspetti devozionali del Natale medievale, attraverso alcune antifone che caratterizzavano le novene, integrate con i canti paraliturgici della tradizione laudistica e gli aspetti più popolari dei canti medievali.
Novena popolare del Natale
La novena è una pratica devozionale popolare, oggi un po’ in disuso, che nell'arco dei secoli ha affiancato le "liturgie ufficiali" e che rientra nel grande elenco dei "pii esercizi" dei fedeli.
La novena di Natale, la più antica di tutte le novene, che ricorda i mesi di Gesù nel grembo di Maria, si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre, giorno della vigilia del Santo Natale.
Le novene di Natale sono particolarmente legate alle Antifone “O”, le sette antifone maggiori dell’Avvento proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Le antifone “O”, perché cominciano tutte con il vocativo "O", vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento. La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma.
L’origine della solennizzazione degli ultimi giorni di Avvento non è del tutto chiara. Alcuni studiosi ritengono di dover collegare questi giorni ai festeggiamenti in onore del dio Saturno (saturnali), che a Roma avevano inizio proprio il 17 dicembre. La Chiesa di Roma senza abolirne la tradizione popolare introdusse una maggiore solennità liturgica in preparazione al Natale, che nel frattempo aveva sostituito la festa del dio sole, celebrata il 25 dicembre. Un’altra opinione ritiene che tale data sia piuttosto da collegarsi con l’inizio di un primitivo Avvento di tre settimane, che nella Gallia e nella Spagna del secolo IV cominciava proprio il 17 dicembre, in preparazione alla più antica festa natalizia di origine orientale, che si celebrava il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.
Nel medioevo il monaco Reinerius di Liegi, vissuto tra il 1130 e il 1188, commentando le antifone “O”, tratteggiò lo svolgimento delle preghiere e dei canti, delle antifone e dei responsori più adatti in periodo di Avvento, per la preparazione spirituale dei fedeli alla nascita di Gesù, dando inizio ad una tradizione di celebrazione dell’Avvento dai caratteri puramente cristiani.
La Novena del Santo Natale, cosi come la conosciamo oggi, fu però eseguita per la prima volta nella chiesa dell'Immacolata a Torino nel Natale del 1720, redatta dai padri vincenziani Carlo Antonio Vacchetta e Sebastiano Valfré, che ne curarono le preghiere, i responsori e la musica.
Il concerto, rispettando i nove giorni di Novena, è suddiviso in tre grandi parti: l’annunciazione, la nascita e la gloria ed ognuna di queste parti contiene tre brani. Le tre parti sono anticipate dall’introito della messa del Natale e delle antifone “O”
La scelta del numero tre non è casuale. È il comune denominatore del nove che sono i giorni della novena e i mesi del concepimento. Il tre, nella filosofia orientale, è il numero della perfetta armonia tra mente, anima e corpo e simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto. Per Pitagora, il numero tre era sacro e i pitagorici in esso vedevano espressa la Trinità di Dio e la perfezione. Il tre è inoltre il punto di contatto fra l’asse verticale ed il piano orizzontale dell’universo e il primo numero della sfera del pensiero, che indica la porta per la mente consapevole e razionale.
Nel corso dei secoli, specialmente la novena di Natale, si è integrata di caratteri tradizionali popolari con l’esecuzione di brani musicali eseguiti da corali e zampognari di fronte a presepi pubblici.
Cantoria Mevaniae ha cercato di “ricostruire” una novena, eseguibile in un solo concerto, propria degli aspetti devozionali del Natale medievale, attraverso alcune antifone che caratterizzavano le novene, integrate con i canti paraliturgici della tradizione laudistica e gli aspetti più popolari dei canti medievali.