Venite a laudare.pdf |
VENITE A LAUDARE
I canti delle confraternite laicali del XIII sec.
“Venite a laudare” è un concerto monotematico che riguarda i canti di laude utilizzati dalle confraternite laicali del XIII secolo per avvicinare, nella loro lingua, i fedeli alla vita e alla parola di Cristo, di Maria e dei Santi.
Le confraternite laicali hanno rappresentato la prima forma “associativa” ecclesiale con cui i laici si riunivano per svolgere attività di culto e carità e si fondavano sul sentimento di fratellanza e sulla necessità di operare una cesura, iniziata dal movimento francescano, al processo di deriva del potere ecclesiastico e delle aberrazioni dei suoi comportamenti. Esse contribuirono a ridestare la vicinanza cristiana, quando questa era per affievolirsi, e tennero vivo il sentimento di carità fraterna. I tre dogmi francescani, umiltà, carità e povertà generarono una serie di movimenti penitenziali, soprattutto in Umbria, dai quali nacquero molte forme confraternali che si appoggiarono ai nuovi ordini mendicanti. Tali sodalizi provocarono la vicinanza tra le classi sociali, l'affratellamento degli uomini per la tutela e gli aiuti reciproci, promovendo opere di carità e di assistenza.
Tra le manifestazioni più importanti delle confraternite ci fu sicuramente la composizione di canti, le laudi, raccolti in laudari, che avevano l’intenzione, raccontando la vita e le sofferenze di Cristo e la vita della Vergine Maria e dei Santi, di avvicinare nuovamente il popolo alla fede cristiana, utilizzando melodie semplici e immediate e la lingua volgare comprensibile ai fedeli. Molti sono i laudari giunti fino a noi ma solamente il "Laudario di Cortona" ms. 91 della Biblioteca Etrusca di Cortona e il Laudario di Firenze, Magliabechiano II-I-122, Banco Rari 18, conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze conservano il testo e soprattutto la notazione musicale.
Il Laudario di Cortona apparteneva alla Confraternita di Santa Maria delle Laude, della chiesa di San Francesco di Cortona. Non se ne conosce esattamente la data di redazione, ma ragioni paleografiche fanno ritenere che sia stato copiato fra gli anni 1260 e 1297. Nell'anno 1876 fu ritrovato abbandonato, in uno stato pietoso, dal bibliotecario della Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca di Cortona, Girolamo Mancini, che lo aggiunse alla biblioteca cortonense, in cui è attualmente conservato.
Il laudario Magliabechiano è stato utilizzato invece a Firenze, nei primi decenni del sec. XIV, dapprima dalla Confraternita di Santa Maria, che si riuniva presso gli agostiniani di S. Spirito, e poi dalla Confraternita degli Umiliati d’Ognissanti. È miniato e più ricco del laudario cortonese. Alcuni brani si trovano in entrambi i manoscritti. Altri brani del Laudario di Cortona si ritrovano in altri laudari privi di musica.
Le laudi, e la loro successiva drammatizzazione, rappresentano le radici del teatro italiano e la base culturale di molte delle nostre odierne tradizioni.
I canti delle confraternite laicali del XIII sec.
“Venite a laudare” è un concerto monotematico che riguarda i canti di laude utilizzati dalle confraternite laicali del XIII secolo per avvicinare, nella loro lingua, i fedeli alla vita e alla parola di Cristo, di Maria e dei Santi.
Le confraternite laicali hanno rappresentato la prima forma “associativa” ecclesiale con cui i laici si riunivano per svolgere attività di culto e carità e si fondavano sul sentimento di fratellanza e sulla necessità di operare una cesura, iniziata dal movimento francescano, al processo di deriva del potere ecclesiastico e delle aberrazioni dei suoi comportamenti. Esse contribuirono a ridestare la vicinanza cristiana, quando questa era per affievolirsi, e tennero vivo il sentimento di carità fraterna. I tre dogmi francescani, umiltà, carità e povertà generarono una serie di movimenti penitenziali, soprattutto in Umbria, dai quali nacquero molte forme confraternali che si appoggiarono ai nuovi ordini mendicanti. Tali sodalizi provocarono la vicinanza tra le classi sociali, l'affratellamento degli uomini per la tutela e gli aiuti reciproci, promovendo opere di carità e di assistenza.
Tra le manifestazioni più importanti delle confraternite ci fu sicuramente la composizione di canti, le laudi, raccolti in laudari, che avevano l’intenzione, raccontando la vita e le sofferenze di Cristo e la vita della Vergine Maria e dei Santi, di avvicinare nuovamente il popolo alla fede cristiana, utilizzando melodie semplici e immediate e la lingua volgare comprensibile ai fedeli. Molti sono i laudari giunti fino a noi ma solamente il "Laudario di Cortona" ms. 91 della Biblioteca Etrusca di Cortona e il Laudario di Firenze, Magliabechiano II-I-122, Banco Rari 18, conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze conservano il testo e soprattutto la notazione musicale.
Il Laudario di Cortona apparteneva alla Confraternita di Santa Maria delle Laude, della chiesa di San Francesco di Cortona. Non se ne conosce esattamente la data di redazione, ma ragioni paleografiche fanno ritenere che sia stato copiato fra gli anni 1260 e 1297. Nell'anno 1876 fu ritrovato abbandonato, in uno stato pietoso, dal bibliotecario della Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca di Cortona, Girolamo Mancini, che lo aggiunse alla biblioteca cortonense, in cui è attualmente conservato.
Il laudario Magliabechiano è stato utilizzato invece a Firenze, nei primi decenni del sec. XIV, dapprima dalla Confraternita di Santa Maria, che si riuniva presso gli agostiniani di S. Spirito, e poi dalla Confraternita degli Umiliati d’Ognissanti. È miniato e più ricco del laudario cortonese. Alcuni brani si trovano in entrambi i manoscritti. Altri brani del Laudario di Cortona si ritrovano in altri laudari privi di musica.
Le laudi, e la loro successiva drammatizzazione, rappresentano le radici del teatro italiano e la base culturale di molte delle nostre odierne tradizioni.